Alessandro ha una forte, importante capacità di scrittura. È prima di tutto un musicista, cosa molto importante perché non è così scontato che un musicista sappia anche scrivere canzoni e anche cantarsele.
Sa fare un buon mix tra la parte facilmente conoscibile dall’ascoltatore e la parte sorprendente del brano.
Nei testi ha un grande gusto per la rima, cosa che a me piace molto e non è particolarmente scontata, nonché una grande colloquialità, dei passaggi quasi colloquiali, un uso del linguaggio che è una sua parte forte.
Le sue canzoni parlano anche per metafora, trasfigurando a volte il fantastico, di cose anche di tutti i giorni, ma con una poetica molto intima, molto personale.
Sa creare insomma l’interesse letterario del brano, trasfigurando in un vero “fatto letterario” anche le sue sensazioni più intime, cosa che parte già dai titoli dei suoi brani “Le lacrime e il boia”, “Gli abitanti del tavolo verde”, “Ginestra”. Tutti potremmo essere bravi a dire “Quanto sono triste, questa cosa mi è andata male…” ma farlo diventare fatto letterario è difficile e lui lo sa fare.
Dal vivo sa porgere le canzoni che fa nella maniera giusta, anche raffinata, ma che comunque arriva. Le sue esibizioni completano la scrittura dei brani.
– Paolo Talanca (saggista e critico musicale, giurato del Premio Tenco, direttore di redazione e delle sezioni ‘Autori di testo’ e ‘Musicare i poeti’ del Premio Lunezia) su Radio InBlu, 10 Gennaio 2017 –