In un tempo e in uno spazio imprecisato, un paese abbandonato aspetta che qualcuno lo scovi. Gli abitanti invisibili si affacciano alle case e raccontano la loro storia, accomunata da un immenso amore partito lungo una strada che non c’è più.
“Questo concept album si muove su due storie parallele: il totale spopolamento di un piccolo paese e la fine di un grandissimo amore. Dentro le canzoni c’è una costellazione di riferimenti a situazioni vissute o immaginate, luoghi visitati o sognati, personaggi conosciuti o inventati. È un percorso vero e proprio, che si sviluppa, ha il suo abisso, risale e infine culmina nella canzone finale, dove tutto viene riassunto e compreso. Con questo lavoro ho voluto raccontare nel dettaglio cosa si prova poco prima, durante e dopo un addio, dando stavolta a tutte queste emozioni anche un volto, una identità visibile, una forma, una importanza. Come sempre mi succede, in ogni traccia è finita una scheggia della mia anima, mescolata a musiche che ho raccolto nel tempo e al sapore della mia terra. Trattatele con cura. Il mio unico invito, almeno per il primo ascolto, è di assaporare le canzoni come si faceva una volta, nell’ordine in cui si presentano, dedicando loro uno spazio calmo di tempo. Solo così si potrà davvero entrare nel bosco, ritrovare il sentiero nascosto, superare il muro di edera e arrivare all’Ultimo Paese.” [Alessandro Pellegrini]
Ispirato a una vicenda autobiografica, “L’Ultimo Paese” racconta e descrive in 12 tracce la storia di un percorso personale senza strettamente ambientarlo nel tempo e nello spazio.
Il paese abbandonato e la relazione sentimentale che lo ricorda, potrebbero infatti essere in un luogo qualsiasi e di una persona qualsiasi, tanto che ciascuno può identificarsi e associare un proprio vissuto a quelle case e a quel cuore nei quali c’era vita e invece poi è arrivata la desolazione.
Il borgo protagonista del concept è un paese immaginario, costruito come un rapporto d’amore, con mille sogni e mille progetti che tuttavia alla fine sono falliti, ma può anche essere lo stesso artista che si confronta con le conseguenze dell’abbandono, trovando rifugio e speranza nella natura, concretamente presente con i suoi suoni anche nell’arrangiamento musicale del progetto.
L’opera rappresenta l’ideale continuazione della precedente produzione del cantautore marchigiano, alla quale è collegata anche per mezzo di riferimenti all’interno dei testi, una sorta di ‘easter eggs’ nascosti fra le parole. In particolare, un’immagine ricorrente è quella del fuoco – ripresa dall’album QUALCOSA – che simboleggia un elemento che brucia, ha bruciato e non c’è più. Il fuoco infatti, come la passione e l’amore, è bello e potente ma può essere distruttivo e in quanto tale simboleggia anche le avversità.
Non manca poi un ‘riferimento linguistico’ alla terra d’origine di Pellegrini, con il brano ASSEDIU composto in dialetto marchigiano.
Per quanto riguarda la struttura del concept, la tracklist – che in parallelo al percorso del subconscio parte da una crisi, si sviluppa in una ‘battaglia’ e culmina nel crollo per arrivare infine a una faticosa risalita e rinascita – è costruita quasi in maniera cinematografica tanto che ciascuna traccia ha un proprio finale a sorpresa, poiché ogni canzone è pensata e realizzata come un piccolo libro, per cui bisogna di volta in volta chiudere la storia.
La particolare visione narrativa e filmica si riflette anche nella riconferma della scelta di un arrangiamento orchestrale per i brani, che spaziano fra melodie più delicate (nelle tracce maggiormente introspettive contrassegnate dalla malinconia del ricordo) e melodie più impetuose e ritmate come quella di “Tasso In Love”, dove con un tocco di ironia si ripercorre l’ebbrezza dell’innamoramento.
Tuttavia, rispetto agli altri progetti discografici di Pellegrini, il suono di quest’ultimo lavoro si è fatto più attuale e più sperimentale per via anche dell’introduzione della musica elettronica, virata stilistica che va peraltro di pari passo con la maturazione personale e artistica del suo autore.
L’obiettivo rimane comunque sempre quello di emozionare l’ascoltatore accompagnandolo man mano lungo la strada che lo conduce al brano di chiusura, la title track “L’Ultimo Paese”, canzone esplorativa e senso finale della storia.
La copertina de “L’Ultimo Paese”, realizzata da Alessandro Pellegrini con il contributo grafico di Riccardo Ippolito, rappresenta la stilizzazione di un borgo con alcuni degli elementi ricorrenti dell’album, come ad esempio la luna. Le foglie di edera sullo sfondo (che possono inoltre rappresentare un fuoco stilizzato) avvolgono il borgo creando una particolare fusione e richiamano anche l’atmosfera campestre, mentre i motivi delle facciate sono ispirati alle pareti delle case antiche e più in generale all’arredamento di quegli edifici, spesso molto colorato. L’intenzione è, tra l’altro, quella di suggerire l’atmosfera di certe casette abbandonate nelle quali, entrandoci, si respira ancora parte di quella vita che non c’è più anche attraverso la presenza di suppellettili e stoviglie lasciate incustodite nelle stanze.
TRACCE:
L’EREMITA Primo ad andarsene dal paese, l’eremita rifiuta ogni logica sociale e sceglie un luogo dove fermarsi. Si trasformerà, diventando ascoltatore di ogni minimo dettaglio intorno e dentro sé.
La storia è stata ispirata dalla fiaba “Il salice solitario” di Guido Gozzano.
CANTO CANTONIERO Capiterà anche a voi di amare una strada. Su quella che porta al villaggio lavora un uomo, che vede il passaggio pian piano diminuire, fino a che tutto diventa inutile ed il bosco avvolge ogni cosa. Resta il ricordo di un’unica persona a cui affidare la memoria di ciò che è stato.
TASSO IN LOVE Ogni giorno un piccolo animale corre nella campagna per raggiungere la propria amata. Pericoli, fatica, incertezza… sarà abbastanza tutta questa sua tenacia per conquistare un cuore?
BREVE LETTERA ALL’INVASORE Un pericolo si avvicina. Qualcuno decide, indomito, di lanciare la sua sfida tramite posta.
ASSEDIU Dalla sua casa poco lontano dal paese, il cacciatore osserva il disastro. Reagirà, con grande soddisfazione, usando tutta la sua dialettale esperienza.
LIBERA Arriva sempre il momento, in un amore, di dichiarare certezze e di ammettere confusioni. La forza per ammettere tutto questo si libera, durante l’attesa di qualcosa che difficilmente avverrà.
NORA L’ombra, la parte oscura. È parte di ognuno di noi. Nora è il lato buio che va accettato, combattuto con tutte le energie ed infine persino amato.
ICEBERG Il momento in cui tutto si chiude, cade, lentamente si scioglie. Nel mentre, tante altre cose ci circondano, longitudini diverse si aprono.
MADONNA DELL’ABISSO Succede che ci si perda e che si debba chiedere aiuto. Una preghiera elettronica per trovare la via e non cadere più. Lei ci salverà.
NIENTE Quel che rimane dopo aver visto tramontare qualcosa. Il racconto su cui poggiano i mattoni del paese. Bastava così poco, bastava niente.
LA PERFEZIONE L’architetto è rimasto solo, non ha abbandonato la nave. Lui che ha sempre fatto così, che ha visto andarsene tutti, ora comprende la splendida perfezione che c’è dentro al suo destino.
L’ULTIMO PAESE Finalmente è il paese stesso a parlare, stavolta racconta ogni cosa, in una canzone esplorativa che potrebbe non terminare mai, ma che, abbandonandoci, ci lascia sul volto un sorriso.
CREDITS ALBUM:
Testi e musiche: Alessandro Pellegrini
Arrangiamenti: Alessandro Pellegrini, Claudio Marcozzi
Mix e Mastering: Claudio Marcozzi
Disegno copertina: Alessandro Pellegrini
Grafica e rielaborazione copertina: Riccardo Ippolito
Traduzione in dialetto di ASSEDIU: Jacopo Curi
Pubblicazione: Isola Tobia Label
Registrato in home recording da Alessandro Pellegrini e Claudio Marcozzi, tranne:
– basso di Giovanni Golaschi e chitarra elettrica di Umberto Ferretti su TASSO IN LOVE, batteria e cori di Daniele Egidi, basso di Baldo Gambanera, chitarra elettrica e cori di Umberto Ferretti, cori di Cecilia Rossini su L’EREMITA registrati al Lunik Recording Studio da Davide Battistelli a Pesaro;
– chitarra acustica di Luca Dolci e chitarra classica di Alessandro Pellegrini su “L’Ultimo Paese” registrata nello studio privato di Luca Dolci a Cesenatico.
FORMAZIONE E MUSICISTI
L’EREMITA
Claudio Marcozzi – elettronica
Alessandro Pellegrini – voce, cori, tastiera, effetti sonori
Daniele Egidi – cori, batteria
Baldo Gambanera – basso
Umberto Ferretti – chitarra elettrica, cori Cecilia Rossini – cori
CANTO CANTONIERO
Claudio Marcozzi – elettronica
Alessandro Pellegrini – voce, cori, pianoforte, chitarra, harmonium, pad, fisarmonica, diamonica, percussioni, effetti sonori
TASSO IN LOVE
Claudio Marcozzi – basso elettrico, batteria elettronica
Alessandro Pellegrini – voce, cori, kazoo, fischio, percussioni, chitarra acustica
Umberto Ferretti – chitarra elettrica
Giovanni Golaschi – basso
BREVE LETTERA ALL’INVASORE
Claudio Marcozzi – elettronica
Alessandro Pellegrini – voce, cori, pianoforte, kazoo, effetti sonori
Alessandro Giorgini – corno, flicorno
Mattia Leoni – batteria
ASSEDIU
Claudio Marcozzi – elettronica
Alessandro Pellegrini – voce, cori, flauto di canna, chitarra acustica, cigar box guitar, bouzouki greco, banjolele, mandolino, scacciapensieri, pala, effetti sonori
Mattia Leoni – batteria
Giovanni Golaschi – basso
LIBERA
Claudio Marcozzi – elettronica
Alessandro Pellegrini – voce, cori, pianoforte, pad, effetti sonori
Mattia Leoni – batteria
Giovanni Golaschi – basso
Umberto Ferretti – chitarra elettrica
NORA
Claudio Marcozzi – chitarra elettrica, basso elettrico, elettronica
Alessandro Pellegrini – voce, cori, pianoforte, tastiera
Mattia Leoni – batteria
Umberto Ferretti – chitarra elettrica
ICEBERG
Claudio Marcozzi – elettronica
Alessandro Pellegrini – voce, cori, chitarra, banjolele, effetti sonori
MADONNA DELL’ABISSO
Claudio Marcozzi – elettronica, orchestrazione
Alessandro Pellegrini – voce, tastiera
Alessandro Giorgini – corno
NIENTE
Claudio Marcozzi – tastiera, elettronica
Alessandro Pellegrini – voce, cori, chitarra, tastiera, pianoforte
Mattia Leoni – batteria
Giovanni Golaschi – basso
LA PERFEZIONE
Claudio Marcozzi – elettronica
Alessandro Pellegrini – voce, cori, chitarra, pianoforte, tastiera
L’ULTIMO PAESE
Claudio Marcozzi – elettronica
Alessandro Pellegrini – voce, cori, chitarra classica
Luca Dolci – chitarra acustica
Francesco Savoretti – percussioni